Una prospettiva sulla città sostenibile – Ospite la Prof.ssa Giovanna Potestà

Il Rotary Club Scandicci segue con deciso interesse una delle aree d’intervento del Rotary ovvero la Tutela Ambientale. Lo scorso 30 gennaio, seguendo un percorso che ormai dura da diversi anni, ha ospitato una relatrice d’eccezione che studia in Italia e all’estero gli ecosistemi urbani per migliorare il benessere delle persone: la Professoressa, Architetto Giovanna Potestà, docente universitario presso l’Università di Firenze, già docente presso importanti quali la Kuwait University e al Rochester Institute of Technology di New York e a Dubai.

La professoressa, durante la relazione dal titolo “Pianificare una città sostenibile” ha fatto emergere aspetti di grande interesse su cosa significhi “sostenibile” e come una pianificazione strutturata in tal senso possa e debba essere compatibile con le necessità reali dei cittadini.

Si tende infatti a dare un’interpretazione “ecocentrica” della sostenibilità e non sempre le soluzioni adottate sono compatibili con la vita di tutti i giorni di coloro i quali quotidianamente vivono la città in tutti i suoi aspetti.

L’interessante e innovativa prospettiva della professoressa Potestà parte dal presupposto che lo scopo principe attorno al quale deve ruotare ogni obiettivo e parametro ispiratore di progettazione urbana sia il benessere, in primis quello psicologico, dei cittadini. Una progettazione “sostenibile” della città pertanto dovrà necessariamente prendere le mosse da questa pietra angolare, rispettando la quale tutti gli altri aspetti (relativi all’ambiente, alla mobilità, etc) sono rispettati e valorizzati come logica conseguenza.

Partendo da questa considerazione, la Prof.ssa Potestà ha, suffragata dagli studi sul settore, parlato di quali siano i parametri che in linea di massima definiscono la sfera del benessere di un cittadino in quanto tale.
In questo senso, principalmente gli abitanti dei centri urbani sono tanto più “felici” quanto più viene messa loro a disposizione la possibilità di interagire e sviluppare connessioni e relazioni significative.

Come si traduce tutto ciò nella progettazione di una città sostenibile? La risposta non può prescindere da un tipo di impostazione urbana architettonicamente progettata in modo da prevedere, nei quartieri, la compresenza delle varie aree funzionali senza soluzione di continuità. In altre parole, un quartiere felice è un quartiere in cui convivono negozi, attività commerciali, servizi e uffici amministrativi.
Ma non solo: una città felice è anche una città tendenzialmente “orizzontale”, nella quale anche l’architettura stessa dei palazzi, costituiti da condominii di pochi piani, favorisce l’interazione fra le persone.

In questo senso si sente sempre più spesso parlare della città “a 15 minuti di distanza”, ovvero lo scopo di progettare un centro urbano all’interno del quale ogni servizio si trovi al massimo a 15 minuti di distanza a piedi.

È evidente che tutte queste indicazioni, qui citate a mero titolo esemplificativo e affrontate in modo estremamente profondo dalla nostra gradita ospite, presuppongono necessariamente una forte interazione e sinergia tra architetti, progettisti e soprattutto amministratori locali e nazionali, con le relative difficoltà di coordinare tutti gli operatori e interessi.

Si nota invece come viceversa la città modernista, quella che aveva immaginato al tempo Le Corbusier e che oggi sembra particolarmente in auge presso le grandi megalopoli, sia invece orientata ad una impostazione in stile “sprawl”, che prevede cioè ampi spazi funzionali (grossi centri commerciali, grattacieli, parchi) rigorosamente divisi fra di loro che sicuramente ottimizzano gli spazi ma aumentano le distanze fra le persone, coltivando malessere e solitudine, che è esattamente ciò che il concetto di “sostenibilità” vuole evitare.

Una prospettiva umanistica, quella della prof.ssa Potestà, che ha suscitato molti interventi e che ha fatto riflettere tutti noi soci del club su una tematica che nessun rotariano può trascurare: la felicità del prossimo e lo sviluppo dei mezzi per attuarla.